Oramai anche mia moglie si è rassegnata e quando mi vede fissare qualche oggetto mi guarda con sguardo "compatito" e mi dice :"Lo so già a che stai pensando".
Questa volta l’occhio si è posato su questa semplice confezione di piante da acquario acquistabili per circa 2€ in qualsiasi negozio di cinesi. Presa tutta insieme ci si fa poco ma se cominciamo a tagliuzzarla in singoli rametti, qualche idea inizia a concretizzarsi.
Ho trovato un bel vaso potrebbe assomigliare ad una di quelle piante utilizzate per arredo urbano, sia per delimitare le zone a traffico pedonale che proprio per arredo, per intendeci tipo queste nelle figure sottostanti.
Per il vaso a costo zero mi sono indirizzato al consolidato guscio di ghianda che si trova facilmente sotto le querce, ad esempio in zona EUR a Roma se trovano a bizzeffe, anche se bisogna "litigare" con le cornacchie
Dalla foto di sopra potete vedere alcuni gusci già tagliati e lavati, da verniciare poi nei colori grigio chiaro, metallico o bianco sporco, secondo il proprio gusto. Il procedimento è semplicissimo e velocissimo:
Ho preso due rametti ed ad uno ho tagliato il gambetto per poi inserirlo ed incollarlo all’interno dell’altro per infoltire la chioma. Il materiale plastico è abbastanza trasparente per cui è necessario rafforzare il colore verde con una passata di vernice.
Fatto ciò basta semplicemente inserire ed incollare al centro del “vaso” il tronco usando una goccia di cianoacrilico (Attack e similiari), appena si è fissato, riempire il vaso con un po di ballast e incollare il tutto con alcune gocce della “canonica soluzione” acqua + vinavil 50%. Attendere l'asciugatura… et voilà ecco una piantina a costo…zero!
La foto sopra rappresenta il prototipo con vaso più alto pensato come delimitatore delle zone pedonali; il vaso può essere abbassato per piante da arredo. Ulteriori contesti di utilizzo di tali piante possono essere ai lati del marciapiedi di stazione (Stazione GIARI MARITTIMA del GFtartruga del nostro socio Gianfranco) o sul piazzale del municipio del cappio sociale.
Testo e foto di Massimo Raimondi